Immigrati, per ora “Mare nostrum” va avanti, ma l’Ue dovrà esserci. Intanto, più accoglienza in Italia

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Immigrati, per ora “Mare nostrum” va avanti, ma l’Ue dovrà esserci. Intanto, più accoglienza in Italia

Ieri a palazzo Chigi un vertice ha messo a punto una strategia per gestire gli sbarchi. Il nodo delle risorse

Immigrati, per ora "Mare nostrum" va avanti, ma l’Ue dovrà esserci. Intanto, più accoglienza in Italia

Di fronte agli sbarchi che non si fermano – negli ultimi giorni sono approdate sulle nostre coste 2700 persone – nel vertice di ieri a palazzo Chigi, Renzi ha definito una strategia in più fasi che ha il suo culmine prima nel Consiglio europeo di giugno e poi nel semestre di presidenza Ue durante il quale l’Italia intende dare una svolta secca alle policy Ue sull’immigrazione. A partire dalla gestione dei confini della sponda sud per arrivare alla disciplina dell’asilo, visto che, nella maggioranza dei casi, chi arriva ha diritto alla protezione internazionale.

Un vertice importante (presenti il ministro dell’interno Alfano, degli esteri Mogherini, della difesa Pinotti, i sottosegretari alla presidenza Delrio e Minniti, il capo della polizia Pansa e l’ammiraglio della difesa Mantelli) che prova a rispondere alle polemiche che imperversano (peraltro ormai in piena campagna elettorale) e a gestire una situazione ritenuta certo non semplice ma non fuori controllo.

La linea di fondo rimane quella della “internazionalizzazione” di un problema che non è solo epocale ma coinvolge anche le organizzazioni sovranazionali, l’Ue e le Nazioni Unite. Sicché la missione Mare nostrum, partita dopo la tragedia di Lampedusa col doppio obiettivo di salvare vite umane (al momento oltre 21mila) e bloccare gli scafisti (finora 207 arrestati) per ora va avanti. Puntando però come minimo al potenziamento del sistema di pattugliamento europeo Frontex a cui peraltro l’attuale Commissione Ue (in scadenza) ha già dato il suo assenso e gli stati membri non hanno detto di no. Ma mettendo sul tavolo europeo il modello italiano. E comunque pensando a far uscire Frontex stessa dal semplice controllo delle coste.

Al prossimo Consiglio, nel nuovo quadro politico Ue post elezioni – con relative ricadute sulla Commissione che verrà – l’Italia pensa di avere diverse carte in mano per farsi valere. In vista del semestre di presidenza nel quale l’immigrazione avrà un ruolo centrale anche per quanto riguarda le norme sul diritto di asilo.

Il nostro paese intende poi porre la questione pure in sede Onu. Con due finalità: spingere per un ruolo di garanzia in loco dell’Unhcr (se non con i corridoi umanitari, almeno con uffici che vaglino le richieste di asilo) e per la stabilizzazione democratica della Libia, con cui oggi, di fatto, non ci sono interlocutori affidabili.

Nel frattempo, però, e in prospettiva, va reso più forte il sistema di accoglienza nel nostro paese. Da qui il piano di Alfano, che vuole una commissione per l’esame dei dossier in ogni prefettura (oggi sono 20, devono diventare 100) e ha già chiesto che ogni provincia accolga 50 migranti in più. Nei giorni scorsi Caritas italiana, Arci e la Fondazione Migrantes avevano sollecitato il ministro a un incontro per mettere a punto un piano nazionale di accoglienza e integrazione, lamentando finora una mancanza di coordinamento negli interventi fra comuni, Viminale e associazioni stesse.

E Caritas Italiana aveva ricordato che ai tempi dell’emergenza Nord Africa il governo Berlusconi aveva almeno chiamato le diverse organizzazioni a sedersi attorno a un tavolo per capire come intervenire.

Non è noto che cosa intenda fare Alfano in proposito. Certo è che rimane aperto il nodo delle risorse che servono per coprire l’operazione (tutta quanta, inclusa Mare nostrum). Ieri il ministro dell’economia Padoan non c’era, ma presiedeva il presidente del consiglio. La volontà politica c’è. I soldi arriveranno?

@gozzip011