Al Presidente del C.C.
All’assessore con delega
INTERROGAZIONE CON RISPOSTA ORALE
I sottoscritti
Mario D’Asta, Mario Chiavola
Dato che:
-Il microcredito è uno strumento di sviluppo economico che consente l’accesso ai servizi finanziari alle persone in condizioni di povertà ed emarginazione. Il microcredito viene definito come “credito di piccolo ammontare finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale o per far fronte a spese d’emergenza, nei confronti di soggetti vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico, che generalmente sono esclusi dal settore finanziario formale” La difficoltà di accedere al prestito bancario a causa dell’inadeguatezza o della mancanza di garanzie reali e delle microdimensioni imprenditoriali, ritenute troppo piccole dalle banche tradizionali, non permette a queste attività produttive di avviarsi e svilupparsi libere dall’usura. I programmi di microcredito propongono soluzioni alternative per queste microimprese e in un certo senso sono paragonabili ai prestiti d’onore.In considerazione dell’efficienza dimostrata in moltissimi casi, le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2005 l’Anno Internazionale del MicrocreditoNegli ultimi anni, inoltre, sono in corso tentativi di diffusione del microcredito (con gli adattamenti opportuni) anche nelle economie avanzate a sostegno dei cosiddetti “nuovi poveri”, cioè non solo coloro che nei paesi sviluppati vivono sulla soglia della sussistenza o al di sotto di essa e che possono trovarsi in gravi difficoltà di fronte a spese improvvise anche di piccola entità, ma soprattutto per la piccola impresa e gli artigiani che dai canali tradizionali non possono accedere e si devono rivolgere quindi al social lending o prestiti peer-to-peer (Molte organizzazioni basate su Internet hanno sviluppato piattaforme che facilitano una forma modificata di prestito peer-to-peer in cui un prestito non viene realizzato sotto forma di un unico prestito diretto, ma come l’aggregazione di un certo numero di piccoli prestiti,spesso ad un tasso di interesse trascurabile. Ci sono diversi modi con cui il pubblico può partecipare per alleviare la povertà utilizzando piattaforme web. Nuove piattaforme a cui si connettono istituti di credito per micro-imprenditori stanno emergendo sul Web: ad esempio Kiva, Zidisha, e la Fondazione Microloan.
-In Italia è stato istituito nel 2006 il Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito con il decreto-legge 10 gennaio 2006 n. 2 convertito in legge con la Legge 11 marzo 2006 n. 81. Il Governo Italiano ha emesso la “Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 2 luglio 2010 – Attività del Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito” pubblicata sulla GU n. 220 del 20-9-2010. Particolarmente importante, inoltre, risulta l’impegno delle Banche di Credito Cooperativo – Casse Rurali con numerosi progetti e la stipula di convenzioni con enti e associazioni locali, in tema di microcredito.
Le norme sul Microcredito sono state introdotte il 4 settembre 2010 quando è stato pubblicato il Decreto legislativo 13 agosto 2010 n. 141, attuativo della Direttiva comunitaria n. 48/2008, che riforma la disciplina del credito al consumo. Il d.l. 141/2010 ha apportato modifiche al Testo Unico Bancario (D.lgs. 385/1993), prevedendo fra l’altro disposizioni specifiche riguardanti la definizione e le caratteristiche del microcredito, i soggetti finanziabili, gli organismi finanziatori tenuti a iscriversi nell’Albo degli operatori del microcredito presso la Banca d’Italia, l’istituzione di un organismo di gestione e controllo dei finanziatori iscritti all’Albo.
Nel maggio del 2011 (D.L. 13-5-2011 n. 70, Semestre Europeo-Prime disposizioni urgenti per l’economia[ il Governo ha trasformato il Comitato nell’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM) con l’obiettivo di sradicare la povertà e di supportare la lotta all’esclusione sociale in Italia e, in ambito internazionale, nei paesi in via di sviluppo e nelle economie in transizione, di coordinare con compiti di promozione, indirizzo, agevolazione, valutazione e monitoraggio degli «strumenti microfinanziari» promossi dall’Unione europea, nonché delle «attività microfinanziarie» realizzate a valere su fondi dell’Unione Europea (Legge del 12 luglio 2011 n.106, art.8, c.4 bis lettera b).Il cambiamento di status da Comitato a Ente pubblico è così descritto dall’art. 4-bis, lettera a):
il Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito […] è costituito in ente pubblico non economico dotato di autonomia amministrativa, organizzativa, patrimoniale, contabile e finanziaria, e assume la denominazione di Ente nazionale per il microcredito.
La sua nomina è stata inserita nel cosiddetto «Decreto Sviluppo», il decreto legge 169/2012[10], che ha introdotto ulteriori modifiche in materia. Secondo la disciplina legislativa del microcredito, i finanziamenti consistono in un prestito di limitato importo con obbligo di restituzione, concesso in assenza di particolari garanzie a soggetti svantaggiati o in difficoltà economica, mirato al finanziamento di microimprese, alla creazione di occupazione (autoimpiego), al sostegno socio-assistenziale nonché agli studi, supportato da peculiari azioni di accoglienza, ascolto e accompagnamento.Le categorie a cui può essere concesso il microcredito sono fondamentalmente due: a) Persone fisiche, società di persone, S.r.l. ex art. 2436 C.C., associazioni e società cooperative, per l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro autonomo o di microimpresa. L’importo massimo erogabile, salvo eccezioni, è di 25.000 euro e non sono richieste garanzie reali. Sono previsti servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio; b) Persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica e sociale, per un importo massimo di 10.000 euro e non sono richieste garanzie reali.
Nel primo trienio osservato (2010-2012) sono stati erogati 7.167 microprestiti, per un ammontare complessivo di oltre 63 milioni di euro. Il monitoraggio ha rivolto particolare attenzione alle aree più svantaggiate d’Italia e alle Regioni a “obiettivo convergenza” (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) con un Prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75% della media europea.
Per l’incarico quadriennale il presidente dell’Ente percespisce un emolumento annuo pari a 108 mila euro.
L’articolo 39 del D.L. 201/2011 (cd. «Salva Italia»)[14] è intervenuto in materia di Fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese destinato alla microimprenditorialità, prevedendo che la garanzia diretta e la controgaranzia possano essere concesse a valere sulle disponibilità del citato Fondo di garanzia fino all’80% dell’ammontare delle operazioni finanziarie a favore di piccole e medie imprese e consorzi ubicati in tutto il territorio nazionale, purché rientranti nei limiti previsti dalla vigente normativa comunitaria. Recenti disposizioni del fondo per il microcredito prevedono che nel Fondo di garanzia possono inoltre affluire anche contributi su base volontaria, visto l’articolo I, comma 5-ter, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito dalla legge 9 agosto 2013, n. 98.
-Molti studi dimostrano che il microcredito riduce la povertà, creando opportunità di generare reddito, una maggiore occupazione e redditi più alti. Le conseguenze principali sono una migliore alimentazione ed una migliore educazione ai figli dei mutuatari. Studi effettuati sul campo negli anni hanno mostrato che il microcredito responsabilizza le donne e le rende capaci di cambiare la condizione delle propria famiglie e delle comunità in cui vivono.
-Il Fondo di Garanzia per il Microcredio per l’avvio d’impresa è stato costituito dalla Diocesi di Ragusa, Diocesi di Noto e Camera di Commercio di Ragusa.
-La dotazione del Fondo è di 375.000 euro destinati a garantire operazioni di microcredito per l’auto imprenditorialità e l’auto impiego.
-Il fondo copre l’80% del finanziamento bancario (importo massimo delle operazioni pari ad euro 20.000).
-L’Ente Gestore è stato individuato nell’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Ragusa.
-Delibera l’ammissione alla fase di accompagnamento e start-up nonchè l’ammissione alla garanzia un Comitato di Valutazione composto dai membri designati dei soggetti proponenti.
-Il Fondo ha sottoscritto convenzione per l’erogazione dei finanziamenti con la Banca Agricola Popolare di Ragusa, unico istituto di credito ad aderire all’iniziativa.
-Il Fondo ha creato una rete di associazioni di categorie, ordini professionali e professionisti per la fase di accompagnamento e tutoraggio.
-Il Fondo ha pubblicato due Avvisi, le istanze presentate sono circa 150.
-Ad oggi sono state finanziate ed avviate n. 55 nuove imprese per oltre un milione di euro di finanziamenti.
-Su Ragusa sono state avviate n. 18 imprese per circa 360.000 di finanziamenti.
-Il Consiglio comuanle di Ragusa ha votato positivamente, in un bilancio di previsione, un emendamento proposto dal PD, la partecipazione al Fondo di Garanzia per l’importo di euro 20.000.
INTERROGANO L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E PONGONO ALCUNI QUESITI
-che fine hanno fatto i 20.000 euro? Dove sono stati destinati? Ci risulta che non siano stati dati al progetto di cui sopra
-data l’emergenza di nuove povertà, data la crisi che attanaglia la nostra città, ritenete, come noi auspichiamo, di investire cifre importanti nel microcredito?
-dati i buoni risultati ottenuti da percorsi altri rispetto all’amministrazione, l’amministrazione stessa rimane ancora indifferente o crede, dopo avere erogato i 20.000 euro, di cambiare rotta e destinare a questo strumento del microcredito cifre importanti del prossimo bilancio di previsione per dare un segnale forte e di discontinuità rispetto ai due anni precedenti?
Ragusa 2-1-2016
Mario D’Asta
Mario Chiavola