Un progetto di città culturale.

Spero che ormai sia chiaro a tutti che con la cultura si mangia, eccome! D’altra parte le risorse paesaggistiche, architettoniche ed artistiche rappresentano una ricchezza nazionale ampiamente sottovalutata, ma che nel breve periodo può generare flussi di ricchezza di importanza fondamentale per una ripresa economica del territorio su basi del tutto nuove e mai neppure immaginate.
Ibla è già patrimonio dell’umanità sotto la tutela dell’UNESCO ma, ciò nonostante, soffre di un’emarginazione territoriale che limita fortemente la capacità di produrre reddito per gli operatori economici presenti i quali, soprattutto nella stagione invernale, hanno poche o nessuna opportunità per operare efficacemente e con profitto.
Non c’è dubbio che bisogna fare sforzi affinché l’apporto economico del turismo, anche da noi, duri per 11 mesi l’anno. Tuttavia la presenza della Struttura universitaria rappresenta una risorsa economica importantissima per quei cittadini che forniscono alloggi e servizi agli studenti.
Un migliaio di ragazzi che nei mesi invernali anima le strade di Ibla sono una risorsa che la città non può permettersi di perdere e che, anzi, deve attrarre rendendo il loro soggiorno quanto più possibile agevole con l’istituzione dei servizi indispensabili. Guardia medica e trasporti prima di tutto.
La casa dello Studente, costata circa 1,5 mln di euro, inaugurata nel 2010 e poi abbandonata e vandalizzata, dev’essere resa fruibile non solo come alloggi per i ragazzi, ma anche come indispensabile luogo di aggregazione dei giovani universitari.
Bisogna pensare anche a strutture idonee all’organizzazione di convegni e manifestazioni culturali, ripartendo innanzitutto dal restauro e ripristino della Sala Falcone-Borsellino in stato di abbandono e degrado da molti anni e, infine, censire gli immobili di proprietà comunale presenti a Ibla perché vengano riqualificati per essere utilizzati come sedi di aule, biblioteche e studi docenti, dal momento che la prestigiosa sede di S. Teresa potrebbe presto diventare insufficiente per mancanza di spazio.
Non c’è dubbio che gli investimenti in questa direzione si tradurrebbero in un gettito economico di gran lunga superiore alle risorse impiegate, innescando così un circolo virtuoso capace di generare ricchezza per l’intera collettività