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Continui a soffiare il vento del Cambiamento.
Voglio ricordare e ringraziare chi c’ha messo la faccia sin da subito.
Quel Coraggio, quella Fiducia, quella Speranza non vengano mai meno.

Non che oggi non lo sia, anzi, ma cinque anni fa iniziava a delinearsi, nella continuità di crisi generalizzata, una fase difficile per il Paese, difficilissima per il Partito Democratico. E contemporaneamente cinque anni fa cominciò l’esperienza della Leopolda con i suoi contenuti di rottura, con le sue idee innovative e riformiste, sin dall’inizio.
Da poco si è appena conclusa la Leopolda 5, con l’affetto, il senso di appartenenza che è sempre più venuto crescendo da parte nostra, nei confronti di un progetto politico valutato come interessate, sin dalla sua genesi. Certo, mette i brividi pensare che questo “giovane maleducato, fascistoide, inconcludente” (queste solo alcune delle accuse, degne della più evidente miopia politica, che ricordo rivolte a Matteo) sia riuscito, insieme con un gruppo nutrito di militanti, ad arrivare prima al vertice del Pd e, dopo, alla guida del Governo. I primi incontri alla Leopolda hanno rappresentato il sogno, l’orizzonte, il futuro, hanno tracciato la linea da costruire. Ora, questa Leopolda, quella del 2014, rappresenta il salto generazionale che vede un nuovo gruppo dirigente sfidare il presente tangibile, sempre a confronto con un futuro immediato. La Sfida è Adesso. Certo è che il carro inizialmente leggero si è appesantito. Si dice che tutti vi siano saliti. Ma io non la porrei in questo modo. Infatti, noi renziani della prima ora non possiamo rimanere chiusi nel nostro mondo con un atteggiamento settario. Il punto non è se sul carro si sale, il punto è se il carro continua ad essere costruito mantenendo alcuni principi fermi, se si ha chiara l’idea del percorso, se la direzione rimane la costruzione di idee forti, valori importanti, contenuti di grande discontinuità,. Ossia la capacità di avere una visione. E, ancora, se rimane in noi la voglia di una politica diversa e di conservare quell’atteggiamento un poco ribelle che caratterizza l’animo di chi vuole essere rivoluzionario, se si mantiene quel grande spirito riformatore, se continua a toccarsi con mano il vento del cambiamento e del rinnovamento. Questo il nostro impegno.
Piaccia o non piaccia, il Governo Renzi sta facendo il possibile per segnare una linea di demarcazione rispetto al passato. Non è facile. Otto mesi di indubbie politiche forti, in grande discontinuità con i decenni scorsi, hanno bisogno di più tempo. Ma l’aspetto che più mi preme sottolineare è la difficoltà con cui un gruppo di giovani, con grande coraggio, ha preso di petto questa sfida quando ai tempi il progetto Renzi era minoritario, assolutamente minoritario nel partito e tutti, e dico tutti, erano lì a valutare come passeggero, come velleitario, non solo il grande Matteo ma anche i gruppi e i comitati che si formavano sui territori a sostegno di questo percorso. Ne sappiamo qualcosa. Noi, però, ci abbiamo creduto sin dall’inizio e abbiamo puntato sul progetto di questo giovane che affrontava con grande coraggio l’aspetto tabù della rottamazione. Coraggio, fiducia e speranza, ma anche tanta incoscienza, brillava nei nostri occhi. Parecchia determinazione.
Non posso dimenticare quando la nostra provincia risultò la più renziana del Mezzogiorno, sia alle primarie per il premier sia alle primarie per il nuovo segretario. Grande è stata la soddisfazione, grandissima la tenacia, ma anche orgoglio e lungimiranza per “averci visto bene”, per avere capito in tempo la necessità di cambiamento che aveva prima il Paese, poi il Pd. Ma la nostalgia la lasciamo alle spalle. Adesso, infatti, coltiviamo la certezza di attivare le procedure necessarie perché ci si attrezzi allo scopo di stare con un Governo che sta cambiando verso alla nostra Italia, per stare dentro a una Sicilia che merita un Governo all’altezza della situazione, ma anche una città come la nostra che merita di volare alto.
E’ arrivato il momento, insomma, di crederci ancora di più. E noi siamo tutti con Matteo per affrontare questo percorso molto complicato, assolutamente in salita, in cui, però, l’avere già intravisto l’orizzonte potrà senz’altro favorirci nel raggiungere l’obiettivo finale. Noi, renziani della prima ora, ci siamo tutti.
Concluderei ringraziando tutti i militanti che ci hanno creduto e ci hanno messo la faccia sin da subito e le decine di migliaia di elettori che in questa terra difficile ma affascinante hanno votato la nostra idea di Paese e di Pd, prima alle primarie contro Bersani, poi alle primarie a segretario e non ultimo alle Europee con quel 41% che ci riempie di responsabilità, di orgoglio, di fiducia e di grande entusiasmo.

Mario

 

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