Ragusa è ben più importante delle beghe interne di questi finti rivoluzionari. Logorante per la Città l’assenza di dibattito

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Ma è mai possibile che nella città del putativo cambiamento grillino, della fantomatica rivoluzione pentastellata, convocare il consiglio comunale è diventata una eccezione piuttosto che la regola?

Ma è mai possibile che nella città del tanto voluto cambiamento, della dovuta rivoluzione si convoca il consiglio comunale qualche volta in 3 mesi per poi fare mancare il numero legale?

Ma è mai possibile che dobbiamo assistere allo svilimento delle funzioni di un consiglio comunale che dovrebbe ergersi al massimo consesso democratico dove porre i temi del futuro della città, le esigenze del presente e invece ci troviamo alla dolorosa assenza del semplice dibattito?

Ma è mai possibile che nella città in cui si era promesso di aprire la scatoletta di tonno si è finiti nelle vecchie liturgie di una politica vecchia, chiusa in sé stessa, col danno altre alla beffa paradossale di siglare sempre più forte, chiudere con fermezza la scatoletta?

Comprendo le difficoltà del Presidente del Consiglio che deve da un lato assurgere a quelle che sono le sue funzioni di uomo delle istituzioni ma, dall’altro, deve dare conto a chi lo ha eletto, facendo egli stesso parte di una maggioranza col suo movimento “Partecièiamo”. Il presidente si trova in vera difficoltà, in una dicotomia che lui stesso deve sciogliere. A chi dare conto? Alla maggioranza che lo ha eletto, alla maggiornaza che litiga, che fa mancare il numero legale, o alla figura istituzionale che dovrebbe, ad un certo punto responsabilmente, per il bene della città, convocare i consigli comunali, prendendo atto che direzione dell’assenza di dibattito non può più essere perseguita?

E in tutto questo, il bene supremo, il bene più importante, la città, la nostra città, che non può pagare lo scotto di scontri interni ormai logoranti, silenziosi, striscianti, ma che provocano dolore sia nei confronti di una minoranza che invece vuole discutere, che propone, vuole fare politica, ma soprattutto nei confronti di una città che aspetta delle risposte, che aspetta di essere cambiata

Si svuota pertanto il maggior organismo democratico, il consiglio comunale, che dovrebbe rappresentare per il movimento 5 stelle il luogo del cambiamento e che finisce per essere mortificato, annichilito per lotte intestine di cui, ormai, non se ne può più. Si svilisce una città che continua nel suo anonimato, nel suo oblio.

L’ho detto più volte, lo ribadisco. La città merita di essere sboccata e non bloccata, merita discussioni importanti in consiglio, seguite da fatti, azioni concrete. Non c’è più tempo da perdere. Siamo al limite della sopportazione di uno scontro tutto interno ai grillini.

La città non può più aspettare. Uno scontro ormai non più tollerabile.

Da una parte i consiglieri che sono usciti dal letargo, hanno preso atto della loro consapevolezza di candidati ed eletti, seppur con pochi voti, ma comunque eletti, che rivendicano legittimamente il loro ruolo codecisori di scelte, che vogliono procedere all’avvicendamento del giovane assessore, forse più autoritario che autorevole, forse più arrogante che preparato, l’assessore delle tasse, l’assessore degli esperti, l’assessore che sembrerebbe aver fatto fuori gli altri assessori, l’assessore che gode di buona stima del sindaco che lo difende a spada tratta.

Dall’altro il Sindaco. E’ qui il nodo cruciale vero, di una partita tattica, tutta interna. Perchè il sindaco si ostina a difendere un assessore che dopo essere stato indicato non è riuscito ad avere il consenso dei consiglieri, che invece di sostenerlo, lo vogliono fuori dai processi delle decisionali?

La politica ha delle regole e mentre si da conto agli elettori, ai propri concittadini, devi dare conto ai consiglieri comunali con cui ogni giorno devi costruire percorsi, con cui devi confrontarti, devi tessere, fare sintesi, conquistare la fiducia eh, invece, l’assessore più arrogante che competente, probabilmente ha sbagliato in questo. Credeva che la difesa del Sindaco, o forse di Cancellieri fossero più importanti.Credeva che la forza delle sue idee potesse essere sufficiente per andare avanti nella sua azione politica. Non funziona così assessore, le regole della politica sono ben altre, e forse qualche giorno di esperienza in più le sarebbero stati utili. Quindi adesso la palla la sindaco che deve sbrogliare questa matassa, non così complessa, ma comunque insidiosa. Ma forse, anche qui, qualche giorno di esperienza in più, prima di fare il sindaco gli sarebbeto stati utili. Ma lo sappiamo è un sindaco per caso, non è colpa sua

Ma di certo una cosa è sicura, Ragusa è ben più importante delle beghe interne, di questi finti rivoluzionari che sono caduti nelle più vecchie logiche di una vetusta politica.

Tante le questioni da affrontare, diverse le questioni poste. Il piano regolatore, la riduzione delle tasse, il baratto amministrativo, la morosità incolpevole, la banda larga, il bilancio di previsione. Si insomma questioni sociali, sviluppo economico, le royalties, il rilancio del centro storico, le periferie….e tanto altro

Ma il silenzio assordante dei problemi di questa questa maggioranza e il grido di allarme sommesso di questa città ferma ed immobile, statica e anonima, sono ben più forti delle liti interne e striscianti di chi le vorrrebbe tenere chiuse nelle stanze del potere. Ma i ragusani non sono fessi, lo hanno dimostrato più e più volte, e sembra che non osservino, sembra che non guardino, ma basta parlare nei bar, nelle strade, incontrare persone per capire che i ragusani hanno capito.

Alla prossima

 

Mario