“Alcuni casi recenti dimostrano come per le mafie i simboli siano importanti per affermare il proprio potere ed ostentare la propria esistenza. Sappiamo che in varie parti d’Europa, purtroppo, attività commerciali, prodotti e gadget si rifanno a simboli che inneggiano alla mafia. La mafia è sempre più il brand dell’Italia nel mondo. Ciò non dovrebbe essere così. A cominciare dalla nostra città, ma anche dalla nostra regione. Quando, concluso questo periodo pandemico, i turisti cominceranno a fluire in maniera regolare nella nostra città, sarebbe opportuno arrestare questo fenomeno che, per quanto simbolico, diventa importante”.
Lo afferma il consigliere comunale del Pd di Ragusa, Mario D’Asta, il quale ha ricevuto segnalazioni, in passato, sul fatto che in alcuni esercizi commerciali cittadini che solitamente accolgono il flusso vacanziero sia stato “normale” trovare in esposizione t-shirt, statuette e gadget d’ogni genere che richiamano simboli e atteggiamenti mafiosi.
“Sono questi – si chiede il consigliere democratico – i souvenir che proponiamo per ricordare Ragusa a chi viene a trovarci? Diciamo no alla mafia brand dell’Italia e della Sicilia nel mondo. Ancora più grande è l’indifferenza diffusa e l’incomprensione che tali piccoli comportamenti non siano innocui ma alzino ogni giorno l’asticella dell’assuefazione all’illegalità anche tra i giovani. Ecco perché riteniamo che tutto questo sia un’offesa: alle famiglie delle vittime di mafie, ai magistrati, alle forze dell’ordine, ai giornalisti, alle associazioni che giornalmente sono impegnate a contrastarle oltre che strumento per la diffusione della cultura dell’illegalità. Ecco perché, secondo noi, è necessario cominciare dalle piccole cose. Chiediamo di raccogliere l’appello di tante persone indignate che gridano “io non sono mafioso”, prodigandosi per la nascita di leggi che vietino l’esistenza di attività, come è accaduto nella nostra città, che richiamino simboli di mafia e proibiscano la vendita e la produzione di prodotti che disinvoltamente esaltino le mafie, denigrino i simboli dell’antimafia, diffondendo così la cultura dell’illegalità. Ho presentato un odg per impegnare l’amministrazione comunale a predisporre una specifica iniziativa, forte e decisa, che vieti la vendita di gadget del genere sul territorio comunale in attesa di una legge regionale o, perché no, dello Stato, da creare con lo stesso spirito e che possa trovare applicazione in tutto l’ambito isolano e nazionale. Ma, nel frattempo, si valutino e sviluppino azioni che possano bloccare un processo inaccettabile”.