Caro bollette, a Ragusa i consiglieri comunali del Gruppo Misto presentano una mozione

Al presidente del Consiglio comunale di Ragusa

E p.c. al sindaco di Ragusa

 

OGGETTO: aumento del costo dell’energia elettrica e del gas e conseguente crisi per famiglie, imprese ed enti locali – Mozione

 

Nel corso degli ultimi mesi le bollette di luce e gas hanno subito un aumento gravoso e insostenibile per famiglie, imprese ed enti pubblici, determinando una grave crisi che rischia di compromettere la tenuta del tessuto sociale ed economico delle comunità locali, di intere aree metropolitane e della nazione.

 

Secondo i dati dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA), il prezzo di riferimento dell’energia elettrica rilevato sulla borsa elettrica italiana (PUN, prezzo unico nazionale) è aumentato del 500% nell’ultimo anno e mezzo. Il prezzo per standard metro cubo (smc) di gas invece raggiungerà entro la fine dell’anno il +178% rispetto al 2020, secondo uno studio dell’Istituto Ricerche Consumo Ambiente e Formazione (IRCAF). Al contrario, le società che operano nel settore della produzione e distribuzione di energia e idrocarburi hanno incrementato il loro fatturato anche fino al +700%, registrando nell’ultimo anno oltre 40 mld di extra-profitti.

 

Tale stortura – che si traduce in una clamorosa ingiustizia sociale e una vessazione nei confronti di milioni di famiglie, della classe lavoratrice, delle piccole e medie imprese che hanno visto triplicare i propri costi energetici in modo insostenibile – è riferibile a diverse ragioni, certamente all’aumento dei costi delle materie prime per la produzione di energia e idrocarburi e alla difficoltà di approvvigionamento e distribuzione in particolar modo del gas naturale conseguente al conflitto russo-ucraino e alle tensioni tra Russia e occidente.

 

Ma è tuttavia innegabile – e inaccettabile – che la crisi sia attribuibile anche alla speculazione finanziaria in atto nel mercato energetico, con particolare riferimento al c.d. sistema di Amsterdam e al TTF (Title Transfer Facility), mercato virtuale di riferimento a livello europeo che determina il prezzo del gas (e conseguentemente il prezzo dell’energia elettrica), indipendentemente dalla reale disponibilità della risorsa naturale o dal classico meccanismo della domanda e dell’offerta, ma attraverso i cosiddetti “futures” ovvero contratti con i quali le parti (produttori, distributori, venditori, acquirenti) fissano un prezzo e stabiliscono il termine per la consegna e il pagamento del bene, che avvengono in un momento successivo. Accordi del genere si basano su aspettative differenti delle controparti. L’acquirente accetta un determinato prezzo presumendo che il bene acquistato aumenterà il suo valore prima della consegna, il venditore spera il contrario.

 

Attraverso i “futures”, imprese e istituzioni pianificano i propri approvvigionamenti, ma l’intero sistema è maggiormente esposto alle speculazioni di mercato. I trader tendono a ipotizzare lo scenario peggiore nelle loro negoziazioni per essere preparati a un esito negativo. Pertanto, al netto della reale disponibilità del gas naturale o di altri fonti energetiche nel mercato e di conseguenza sfuggendo al tradizionale meccanismo della domanda e dell’offerta, i prezzi oscillano in relazione alle previsioni dei diversi scenari, ed in tal senso il conflitto russo-ucraino, le sanzioni e le relative contromosse russe hanno determinato la “paura” di scarsità del bene, facendo impennare i prezzi sul TTF e quindi in tutta Europa.

 

Nonostante la maggior parte del gas importato nel mercato italiano derivi da contratti di fornitura a lungo termine e a prezzo stabilito e bloccato, quindi non negoziato sul mercato virtuale, il prezzo dello stesso per famiglie e imprese è quello determinato sul TTF con i relativi aumenti. Da tale distorsione del mercato derivano i c.d. extra-profitti, ammontanti a oltre 40 mld, realizzati dai colossi – nazionali e multinazionali – della produzione e distribuzione di energia e idrocarburi, nell’assoluta incapacità di far fronte a questa gravissima emergenza da parte del governo e delle forze politiche a livello nazionale ed europeo.

 

Il governo nazionale è intervenuto con timidi sostegni, stanziando risorse appena sufficienti a ridurre gli oneri generali di sistema e ad erogare qualche bonus, senza tuttavia riuscire a bloccare i vertiginosi aumenti e scongiurare la pesantissima crisi che si prospetta per famiglie e imprese e soprattutto non intaccando gli interessi finanziari dei grandi gruppi energetici. L’Unione Europea solo adesso, con la crisi in atto, pare intenzionata ad adottare misure di sostegno comuni a tutti gli Stati membri e a riformare complessivamente il sistema di formazione e determinazione dei prezzi, introducendo un tetto massimo e meccanismi di “disaccoppiamento” del prezzo del gas e dell’energia.

 

Nel frattempo, milioni di famiglie, di lavoratrici e di lavoratori, di artigiani, commercianti, piccoli e medi imprenditori, enti e aziende pubbliche hanno dovuto sopportare e far fronte ad aumenti delle bollette vertiginosi. Gli enti locali che devono assicurare i servizi essenziali alla cittadinanza si vedono saltare ogni previsione di bilancio a causa della triplicazione dei prezzi e dei costi energetici senza poter contare su un sostegno economico straordinario per far fronte a queste emergenze. Le imprese, le famiglie e le comunità nel loro complesso sono già al collasso economico a causa dell’aumento dell’inflazione e della diminuzione del potere d’acquisto, della perdita del lavoro, di lavori precari, di pensioni basse ecc. e si rivolgono agli Enti locali più prossimi per ottenere soluzioni che non possono essere assicurate in alcun modo.

 

Quello che si prefigura nel prossimo inverno è un quadro sociale assolutamente drammatico.

 

Solo per citare alcune realtà, diversi esercizi commerciali e attività produttive, a causa degli esorbitanti aumenti delle utenze energetiche (oltre il 300%), hanno già avviato consistenti riduzioni di personale e, addirittura, stanno valutando seriamente la chiusura totale delle attività. Occorre intervenire con urgenza e con forza anche per scongiurare il ricorso al reperimento di risorse economiche illecite che porterebbe il nostro tessuto produttivo nelle braccia degli usurai e della criminalità organizzata mafiosa pronta ad approfittare delle gravi difficoltà economiche e dell’assenza delle Istituzioni.

 

Anche gli enti locali stanno attraversando una situazione drammatica: l’aumento eccessivo dei costi energetici per il funzionamento e il riscaldamento delle strutture e degli immobili comunali, delle scuole e dei musei, le spese per il funzionamento degli impianti di depurazione e per la gestione del servizio idrico, e indirettamente l’aumento dei costi per assicurare tutti i servizi essenziali, rischiano di determinare l’impossibilità da parte dei Comuni di assicurare puntualmente detti servizi. Tale situazione rischia di determinare financo un rallentamento nella realizzazione dei lavori pubblici, a causa dell’aumento dei costi non programmato a carico delle imprese esecutrici.

 

Per tali ragioni, nei giorni scorsi, molti sindaci hanno presentato formale denuncia all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), all’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ed al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) contro le speculazioni messe in atto dalle società che operano del settore energetico a danno sia dei privati che degli enti pubblici e per rilevare eventuali responsabilità per omesso controllo sull’intero settore.

 

Tenuto conto delle superiori premesse

 

PROPONIAMO

 

–       di esprimere forte preoccupazione per la crisi sociale che sta colpendo famiglie, imprese ed enti pubblici a causa dell’aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas;

 

–       di ritenere che le azioni messe in campo dal governo nazionale, attraverso i decreti sostegni e i bonus siano insufficienti per tutelare famiglie, imprese ed enti locali.

 

CHIEDIAMO

 

–       che si adottino con immediatezza e così come già fatto da altri Paesi europei provvedimenti che consentano di azzerare i maggiori costi energetici imposti ai Comuni, alle imprese e alle famiglie già nel corso del 2022 rispetto all’anno 2021;

 

–       che vengano adottate misure adeguate, da parte del governo nazionale, per evitare che l’aumento dei costi energetici comprometta l’erogazione dei servizi pubblici e i relativi costi a carico dei cittadini;

 

–       che venga approvato un piano straordinario per accompagnare le imprese in difficoltà al fine di evitare licenziamenti, chiusura delle attività, o peggio, il ricorso al reperimento di risorse economiche attraverso canali illeciti;

 

–       che vengano rafforzati gli investimenti sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, promuovendo ed incentivando altresì le comunità energetiche come strategia per la tutela dell’ambiente, per il risparmio economico in un’ottica di comunità e solidarietà.

 

PROPONIAMO, ALTRESÌ

 

–       di attivarsi di concerto con l’Unione Europea per riformare il mercato elettrico imponendo un tetto UE al prezzo del gas in Europa, comune a tutti gli Stati membri, sganciando così il meccanismo di determinazione del prezzo del gas (e di conseguenza dell’energia elettrica) dalle speculazioni finanziarie;

 

–       di reperire le risorse necessarie al sostegno alle famiglie, imprese ed enti pubblici attraverso un contributo straordinario di solidarietà a carico delle imprese petrolifere e del gas, e aumentando fino al 100% l’imposta sugli extraprofitti nel settore energetico introdotta con il D.L. n. 21/2022 (attualmente al 25%);

 

–       di estendere fino al 2023 il credito d’imposta per contrastare l’aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas in capo alle imprese;

 

–       di prevedere ulteriori sostegni alle famiglie in difficoltà con i pagamenti delle bollette, anche attraverso la costituzione di fondi e ristori specifici;

 

–       di assicurare tutti i servizi essenziali erogati dagli enti locali, anche attraverso l’utilizzo di eventuali economie e dell’avanzo vincolato, nonché del rifinanziamento del fondo per le funzioni fondamentale, precedentemente previsto per l’emergenza covid-19.

 

PROPONIAMO, INFINE

 

–       di avviare una forte e decisa interlocuzione con le società di distribuzione energetica e del metano per obbligarle a concordare una rateizzazione, senza alcun costo aggiuntivo, delle bollette emesse che aziende e famiglie non hanno ancora pagato;

 

–       di consentire eventualmente il pagamento immediato di un importo pari al costo medio mensile del 2021 (a parità di consumo) e di rateizzare a lungo termine gli extra-costi dovuti all’aumento dei prezzi;

 

–       di bloccare eventuali distacchi per morosità per le utenze – domestiche e imprese – che non possano pagare a causa delle condizioni finanziarie in cui versano.

 

IMPEGNIAMO

il Sindaco e l’Amministrazione comunale

 

–       ad adottare ogni iniziativa utile, a livello comunale e nei limiti delle facoltà concesse agli enti locali, per sostenere imprese e famiglie in difficoltà;

 

–       ad attivare una mobilitazione permanente di concerto con le organizzazioni e le parti sociali, le associazioni di categoria, i rappresentanti delle imprese e del mondo del lavoro e dei consumatori;

 

–       a coinvolgere la cittadinanza tutta in forme di protesta e contestazione pacifica qualora non fossero adottate urgentemente, da parte degli enti preposti, tutte le misure utili al contenimento della crisi in atto;

 

–       a trasmettere la presente mozione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Presidenza della Regione Siciliana, affinché ne prendano atto e possano adottare i provvedimenti conseguenti.

 

 

Mario D’Asta

Giovanni Gurrieri

Maria Malfa

 

Consiglieri comunali Gruppo Misto

Ragusa, 18 ottobre 2022