L’appello degli amministratori siciliani: “Con Matteo Renzi per cambiare la Sicilia e l’Italia

L’appello degli amministratori siciliani: “Con Matteo Renzi per cambiare la Sicilia e l’Italia”

Con Matteo Renzi, per cambiare la Sicilia e l’Italia.

L’appello degli amministratori siciliani.

Viviamo tempi di crisi. Una crisi che soffoca e chiude imprese, espelle lavoratori dal mondo del lavoro, emargina i giovani annientando le loro speranze.Viviamoil rischio concreto di declino non solo economico, ma di fiducia nel futuro. Per la prima volta, le nuove generazioni nutrono fondati timori che il loro futuro possa essere peggiore di quello dei loro genitori.

 

In Sicilia e nel meridione d’Italia  la crisi che impera è ancora più devastante: ritarda e aggrava le condizioni – già precarie – dello sviluppo, peggiora la già bassa qualità della vita, azzera le già scarse possibilità di futuro per le nuove generazioni, disarticola il già precario stato sociale, rafforza  la non più sostenibile dipendenza dal sistema pubblico, facilita la sempre più intollerabile e opprimente onnipresenza della mafia.

 

In questi scenari di crisi, il fronte istituzionale più esposto è il sistema degli Enti Locali, lasciato quasi alla deriva dalla politica dei Governi nazionali degli ultimi anni che, anzi, ha caricato sulle sue già fragili condizioni di esistenza tutti i fardelli possibili e immaginabili (dai tagli lineari all’imposizione indiretta, dal patto di stabilità ai vincoli di bilancio). Eppure essi sono il solo avamposto possibile, la frontiera ultima dello Stato con i cittadini, senza più la centralità di una volta, senza più sostegni adeguati nel loro ruolo di fronte-office sempre più difficile da espletare.

 

Così  i Comuni che dovrebbero essere il primo tassello di uno Stato amico, diventano invece lo strumento di vessazione dello Stato verso i cittadini. Resi impotenti di fronte agli effetti devastanti della crisi, sono impossibilitati a dare risposte adeguate, certe e immediate al dilagare della povertà che colpisce sempre più vaste aree sociali e sono chiamati a restringere, per conto dello Stato, le azioni per la collettività e i diritti conseguiti in lunghi decenni di avanzamento democratico.

 

La politica, non in grado di fornire risposte adeguate, perde credibilità e fiducia, le stesse Istituzioni democratiche sono messi in discussione quali baluardi della convivenza civile. In assenza di risposte, l’intero sistema, già messo a dura prova, così continuando, non può mantenere ancora a lungo la sua sostenibilità.

 

Per invertire la rotta, occorre far ripartire il sistema Paese, rinfocolare la speranza dei cittadini, ricreare le condizioni di fiducia nelle Istituzioni, nella politica e nelle classi dirigenti della Nazione chiamate a rappresentare la volontà popolare. All’Italia serve un innovativo progetto di sviluppo.

 

Ma non si risolvono i problemi mantenendo il modo di pensare e l’organigramma strutturale di azione che li ha prodotti. Per superare inerzie e carenze, ormai croniche, occorre una visione innovativa, nei contenuti ma anche nei metodi, capace di mobilitare e motivare le energie migliori del Paese, così come è avvenuto in passato, in altri momenti difficili. Non vi può essere per l’Italia alcun vento a favore se per il suo futuro non dispone di un progetto condiviso che scardini però i meccanismi inefficaci e inefficienti su cui si è imperniata l’azione politica negli ultimi trent’anni.

 

La crisi è dunque un’ opportunità di cambiamento, può generare nuove idee per realizzare soluzioni inedite se solo si afferma una politica che aggredisce i nodi contradditori irrisolti da decenni, attua le riforme necessarie al Paese, rivitalizza l’economia e rinvigorisce il sistema di rappresentanza, “cooptando” le forze migliori per aggredire i problemi, non quelle più adatte a mantenere schemi di potere, con un’azione congiunta  a partire dagli Enti Locali per finire agli assetti parlamentari e di Governo. La politica non è magia ma volontà, strategia, coerenza.

 

Insomma, una politica nuova e rinnovata che sia ancorata su solide fondamenta etiche in grado di dare soluzioni ai problemi del tempo attuale, come per esempio stanno facendo, pur tra mille difficoltà, le comunità locali che sono i laboratori più capaci di comportamenti innovativi basati sulla responsabilità, la creatività e lo spirito d’iniziativa, lavorando a stretto contatto con le comunità di riferimento e di cui si fanno quotidiano riferimento. Comunità che sono riuscite spesso, anche in condizioni avverse, a produrre e mantenere qualità elevate, come è confermata dai comuni Italiani che, nel numero più elevato d’Europa, hanno aderito  al Patto europeo dei sindaci.

 

Per incoraggiare questa nuova stagione politica, noi Sindaci, amministratori, consiglieri comunali e circoscrizionali della Sicilia, consapevoli che occorre agire dal basso e fare rete con l’insieme degli altri amministratori che come noi vivono e affrontano gli stessi identici problemi, facciamo una scelta di campo: invitiamo Matteo Renzi, amministratore come noi, a farsi interprete di questo tempo e lo invitiamo a incarnarne quest’ansia dando rappresentanza voce e prospettiva al necessario Governo del cambiamento di cui l’Italia ha immediato bisogno.

 

Forte dell’esperienza di amministratore, Renzi rappresenta, in questo momento storico, un punto di riferimento in grado di aggregare vaste aree del Paese e mobilitarle verso la stagione del cambiamento, dimostrando di saper parlare il linguaggio più adeguato alla crisi di rappresentanza della politica e di prospettare una più corrispondente azione di governo in grado di parlare ai territori, dar loro voce e speranza, accogliere le sfide e le difficoltà in atto ma anche i germi del cambiamento..

 

Volendo essere protagonisti in prima persona di questa nuova stagione, invitiamo tutti gli altri colleghi amministratori a condividere e sottoscrivere con noi questo appello perché insieme, a partire dalla Sicilia, possa espandersi e radicarsi una nuova stagione politica e affermarsi questa volontà di cambiamento non più rinviabile.

 

Sicilia, lì 21 agosto 2013