Non corriamo il rischio di confondere l’immigrazione col terrorismo. Proposte concrete per una vera integrazione nella nostra Città

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Venerdì, nella sede di via S. Anna, gli amici, i simpatizzanti e gli esponenti del Pd ragusano, hanno dato vita ad una interessantissima riflessione sugli attentati terroristici compiuti a Parigi 15 giorni fa, a cui poi sono seguite attacchi frontali spietati. “Un attacco al cuore dell’occidente”, così li hanno definiti i media di tutto il mondo ed ancora: “Un attentato alla nostra cultura”, “Al nostro stile di vita”, tutto vero e proprio per la loro natura e il loro portato simbolico. Opinioni condivisibili, ma di certo parziali. Qualcuno si è chiesto quali fossero le responsabilità del “Nostro Occidente”, quali le colpe di una economia eccessivamente liberista, quali i rapporti tra l’occidente e i musulmani radicali. Quale il ruolo dell’ISIS. Certo un tema difficile, dai confini labili, dalle responsabilità multiple. Un conflitto ideologico in cui, a volte, la religione e l’amore per Dio diventa strumento di guerra. Orbene, alla fine, dopo vari interventi si è tutti convenuti nella percezione assoluta e condivisa di commettere un errore, di correre il il rischio serio di confondere il fenomeno della Immigrazione con il terrorismo. E questa è una delle partite più difficili. A confermare ciò, il nostro simpatizzante Tom Abdetillaf che ultimamente percorrendo le strade della pur lontana Ragusa, “lontana” da questi terribili attacchi terroroistici, non lontana , troppo, da guerre internazionali e attentati di diverso tipo, percepisce ad oggi di essere guardato con più diffidenza, timore.

L’incontro, organizzato dai circoli  è stata l’occasione per confrontarci sulla natura, sulle cause e sugli effetti di questi tragici eventi.

Si è dibattuto del difficile, ed a volte conflittuale, rapporto tra cultura occidentale ed Islam, delle degenerazioni terroristiche di stampo islamista e naturalmente di immigrazione e di inclusione sociale. Tutti temi strettamente correlati, che ci riguardano da vicino, come abitanti di questo territorio, come italiani e come europei, finalmente. Finalmente perché grazie al lavoro incessante compiuto da Renzi in Europa in questi mesi, il fenomeno migratorio è stato finalmente riconosciuto da nazioni quali la Germania, la Francia, l’Inghilterra e persino dagli U.S.A. per quello che è ossia un problema europeo, che esige risposte globali.

Convinti che bisogna lavorare affinché si superi, una volta per tutte, l’infame equazione immigrazione uguale terrorismo, frutto della più bieca propaganda populistica di una certa politica, ci siamo concentrati sulle questioni, per noi fondamentali, che esigono risposte immediate. Questioni e problemi irrisolti, che non possono essere più procrastinate, perché esigono soluzioni frutto di una visione strategica e condivisa, da perseguire all’interno e fuori dai palazzi della politica.

Uno dei nostri obiettivi è stato quello di interrogarci sul che cosa noi possiamo e dobbiamo fare, non in senso assoluto ovviamente, ma in relazione al nostro territorio.

La grande priorità, a nostro modo di vedere, è la questione irrisolta del Centro storico. Il centro della nostra città, sempre più si sta tramutando in un vero e proprio ghetto. Il fenomeno dello spopolamento è una realtà che tutti possiamo toccare con mano, i ragusani vanno ad abitare altrove e le attività commerciali chiudono, una dopo l’altra. Questa situazione ha determinato nel tempo il progressivo abbandono di intere palazzine, diventate sempre più fatiscenti, se non addirittura di intere aree, ciò ha comportato il crollo dei canoni di locazioni (di certi immobili) e la crescita di manifestazioni delinquenziali, quali la prostituzione e l’odioso fenomeno che vede alcuni italiani affittare,  in nero, le proprio case, spesso piccole o piccolissime, a gruppi nutriti di cittadini extracomunitari.

La strada maestra perciò è quella di attuare, sin da subito, delle politiche urbanistiche ad hoc, che da un lato siano di supporto alle attività commerciali, mentre dall’altro facciano perno su una concreta strategia abitativa, che miri all’inclusione sociale dei  migranti e al ripopolamento del centro storico. Due esempi. Da luglio la Regione Siciliana ha approvato una legge per il recupero dei centri storici, che permette non solo il restauro degli edifici, ma anche l’abbattimento e la ricostruzione degli stessi. Un’importantissima liberalizzazione. Parallelamente alle politiche abitative e urbanistiche occorre organizzare un sistema affinché i figli dei migranti non vengano destinati esclusivamente in un solo plesso scolastico e non posso che pensare alla scuola dell’Ecce Homo, sempre più emblema di un centro storico ghettizzato.

Rivalutare il centro storico, sia da un punto di vista commerciale che abitativo, non può che limitare se non risolvere tutte le questioni legate alla microcriminalità che non può essere relegata al mero colore della pelle. Coniugare le politiche della sicurezza con quelle  della inclusione sociale è una sfida che noi democratici dobbiamo mettere in campo non solo per governare un processo che è nelle cose, vale il multiculturalità e la multietnia che caratterizzerà la società del futuro. Su questo il nostro PD non deve esitare ad assumere posizioni forti e chiare. Su questo tema il nostro PD non deve avere di perdere voti. su questo il PD gioche una partita a Viso Aperto.

Infine, è evidente che tutto ciò non può prescindere da un confronto schietto con la comunità dei migranti, la quale non può essere ignorata, come vorrebbe qualche mio collega, ma coinvolta nei processi decisionali, perché non esistono cittadini di serie “B”. Ignorare un fenomeno o un problema per paura, incapacità o per faciloneria, di sicuro non lo risolve, anzi lo incancrenisce. Per questo, prima che sia troppo tardi, bisogna intervenire, innanzitutto con il ripristino della Consulta degli immigrati, che ad oggi è rimasta lettera morta.

Andare verso la direzione della #integrazione nella Nostra Città. Su questo tema, non dobbiamo avere paura di perdere voti. Perchè, probabilmente ad ogni voto perso, c’è dall’altra il tentativo di giocare una bella partita, la partita della dignità. C’è la partita di una Comunità che sa di vivere, con la Consapevolezza giusta il Futuro, se affrontiamo il tema del multiculturalismo a Viso Aperto. Senza ideologismi e con la concreùtezza di chi sa che il fenomeno della Immigrazione deve essere affrontato non solo da Ragusa e dalle comunità locali, ma dall’Europa

Questo si è deciso venerdì, questo è il nostro preciso intento in quanto cittadini responsabili, in quanto democratici, in quanto politici, che hanno a cuore le sorti della nostra città.